lunedì 26 dicembre 2016

Jim Morrison, "Potere", una poesia

Jim Morrison, il frontman dei Doors, fu innanzitutto un poeta che dedicò la sua vita a quest'arte e alla musica. Divenne punto di riferimento per migliaia, forse milioni, di giovani che videro in lui l'espressione del disagio di quegli anni.
Le sue poesie sono meno conosciute rispetto alle canzoni. Ecco perché, voglio proporre una sua poesia: Potere.



Io posso bloccare la terra nel
suo percorso. Sono stato io a
... far levare le auto blu.

Io posso rendermi invisibile o piccolo.
Io posso diventar gigantesco & ricco e ottenere le
cose più estreme. Io posso mutare
il corso della natura.
Io posso collocarmi dovunque nello
spazio o nel tempo.
Io posso evocare i morti.
Io posso percepire eventi di altri mondi,
nel più profondo della mia mente,
& nelle menti altrui.

Io posso.

Io sono.

Alla gente servono Connettori
Scrittori, eroi, divi,
guide
Per configurare la vita.
Il vascello di sabbia di un bambino di fronte
al sole.
Soldatini di plastica in una guerra di trincea
in miniatura. Fortini.
Astronavi giocattolo

Cerimonie, teatro, danze
Per ribadire Bisogni tribali & memorie
una chiamata al rito, in comunione
superiore, un rovesciamento,
un anelito alla famiglia & alla
magica sicurezza dell'infanzia.

La grande autostrada
è
affollata
di
amanti
&
questuanti
&
partenti

impazienti
di
piacere
&
scordare.

Deserto

Ora è benedetto
Il resto
ricordato
Un uomo rastrella foglie nel
suo cortile, le ammucchia
& s'appoggia al rastrello &
le brucia completamente.
La fragranza invade il bosco
i bimbi si fermano & si fanno attenti al
profumo, che diverrà
nostalgia fra un bel pò d'anni

Sirene
Acqua
Pioggia & Tuono
Jet dalla base
Grido bruciante inaridito d'insetto
Le rane & i grilli
Le porte si aprono & si chiudono
Lo schianto d'un vetro
La Morbida Parata
Un incidente
Fruscio di seta, nylon
Annaffiare l'erba secca
Fuoco
Campane
Crotali, sibili, castagnole
Tagliaerba
Uomo di Buon Umore
Pattini & carri
Biciclette

Da dove hai imparato su
Satana - da un libro
Sull'amore? - da una scatola

notte di peccato (La Caduta)
- 1° sesso, sensazione di aver
fatto quest'atto stesso in tempi addietro
O No, di nuovo

Tra infanzia, adolescenza,
giovinezza
& età adulta (maturità) ci
vorrebbero demarcazioni nette segnate con
Esami, decessi, gesta, rituali
racconti, canzoni, & giudizi

Gli uomini che escono in barca
Per sfuggire al peccato & alla melma della città
contemplano la placenta delle stelle serotine
dal ponte, sdraiati
& passano l'equatore
& praticano rituali per l'esumazione dei morti
iniziazioni pericolose
Per segnare il passaggio a nuovi livelli
Sertirsi al limite di un esorcismo
di un rito di passaggio
Attendere, o cercare la maturità
l'illuminazione in un'arma


Uccidere
l'infanzia, l'innocenza
in un attimo.

giovedì 22 dicembre 2016

L'influenza della religione su Manzoni

La visione del mondo e della letteratura di Manzoni sono fortemente influenzate dalla religione e dalla sua conversione cattolica.

Non starò qui a raccontare la biografia dell'autore, ma per capire i cardini della sua poetica, è necessaria una piccola introduzione alla sua vita

Alessandro Manzoni, dipinto di Giuseppe Molteni (1835)


Alessandro Manzoni è stato uno dei più importanti letterati della storia italiana. Egli è artefice dei Promessi Sposi, celeberrimo romanzo, adoperato come testo di scuola, ancor prima della morte di Manzoni.
Nasce a Milano nel 1785. Studia presso i collegi Barnabiti e Somaschi e, quando termina gli studi, inizia a criticare i loro metodi pedagogici, assumendo una mentalità razionalistica. A Milano diventa amico di Ugo Foscolo e, nel 1805, si trasferisce a Parigi dalla madre Giulia Beccaria. In Francia entra a contatto con la corrente Giansenista e, anche se non vi aderisce, alcuni aspetti della dottrina lo affascinano e lo convincono. Manzoni non era cristiano, ma dopo cinque anni di soggiorno in Francia, decide di convertirsi alla fede cattolica, in parte per merito della moglie, in parte grazie al Giansenismo e in parte influenzato da altri fattori.
La sua conversione cambia anche lo stile e il metodo di scrittura. Vediamo le differenze del prima e del dopo la conversione:

Prima                                                                                  Dopo 

  • Rimandi mitologici                                               No al mito, in quanto falso
  • Linguaggio aulico                                                 Linguaggio medio, accessibile a tutti
  • Età classica come modello                                    Medioevo come modello
  • Concezione classica della letteratura                    Letteratura con scopo morale
  • Allegorie                                                                Storia vera come esempio
  • Bellezza e arti inciviliscono                                  No alla bellezza idealizzata



Se prima i rimandi alla mitologia erano normali per Manzoni, dopo la conversione li rifiuta. Al loro posto userà eventi e personaggi storici. Questa scelta è conforme alla sua visione di letteratura utile, accessibile a tutti: la mitologia era materia delle elite, la storia apparteneva a tutti. Inoltre la mitologia racconta falsità, mentre la storia è appoggiata da documenti certi.
Per Manzoni la letteratura deve essere utile, agire sul mondo e trasformarlo: per riformare la società bisognava “illuminare” le menti degli uomini, diffondendo idee vere. La poesia e l’arte devono ispirarsi a concetti morali per poter continuare ad assolvere nella società la funzione di educazione e di elevazione spirituale ed essere utili.

In questi versi (207-215) tratti dal carme “In morte di Carlo Imbonati”, Manzoni parla ed elogia il Vero:

 “Sentir riprese, e meditar: di poco
esser contento: da la meta mai
non torcer gli occhi, conservar la mano
pura e la mente: de le umane cose
tanto sperimentar, quanto ti basti
per non curarle: non ti far mai servo:
non far tregua coi vili: il santo Vero
mai non tradir: né proferir mai verbo,
che plauda al vizio, o la virtù derida.”

martedì 20 dicembre 2016

Quando una situazione diventa... kafkiana...

"Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato. "

Così inizia la celebre opera di Kafka, Il Processo, dove Josef K. viene arrestato all'improvviso e viene sottoposto a un processo senza fine, durante il quale nulla gli viene chiarito, nè il motivo dell'arresto, nè la natura dei procedimenti giudiziari.
Questa situazione surreale è considerata così tipica della produzione di Kafka che gli è stato dedicato un neologismo: Kafkiano.

Questa parola riassume non solo tutte quelle situazione in cui si è costretti a esperienze inutilmente complicate e frustranti, come il dover attraversare un labirinto burocratico il cui scopo è poco chiaro, ma soprattutto la reazione del personaggio vittima.

Nella Metamorfosi, altra opera principale di Kafka, il protagonista, Gregor Samsa, si sveglia la mattina sotto forma di scarafaggio. Tuttavia la sua prima preoccupazione è di non arrivare tardi al lavoro. Così come, Josef K. si sveglia trovandosi la polizia a casa e si preoccupa in primo luogo che essi non facciano troppo rumore. 


Il Processo, film del 1962, tratto dal libro di Kafka




lunedì 19 dicembre 2016

Il Minotauro nella Letteratura

Essere mostruoso e irrazionale oppure creatura dalla simbologia più controversa di quel che si crede?
Molti hanno dato interpretazioni diverse di questo labirintico mito. Per questo, propongo i punti di vista di quattro diversi autori.
Sapevate che anche il minotauro ha un nome? Si chiama Asterione, omonimo di un mitico re di Creta.

Ovidio e le Metamorfosi

Nelle Metamorfosi, tra i tanti miti raccontati dall'autore latino, c'è anche quello del minotauro, il mostro biforme, orma vivente dell'immondo adulterio di Pasifae.

Nel libro XIII dell'opera Ovidio offre una lettura tradizionale del mito, simile a quella di Apollodoro nella sua Biblioteca.
Di questo mito ne parlano anche i poemi omerici, Iliade e Odissea, e l'Eneide di Virgilio.

Dante e il violento uomo toro

Dante colloca il minotauro nel dodicesimo canto dell'Inferno, precisamente nel cerchio dei violenti. 
Il poeta scrive di questo personaggio come l'allegoria della parte bestiale dell'uomo. In questo cerchio, Dante colloca tutti coloro che hanno ceduto all'istinto e fatto a meno della ragione, agendo come animali.

« e 'n su la punta de la rotta lacca

l'infamïa di Creti era distesa
che fu concetta ne la falsa vacca »
(Dante Alighieri, Inferno, Canto XII, vv. 11-13)


Borges e la Casa di Asterione

Nella raccolta di racconti di Jorge Luis Borges del 1949, L'Aleph, troviamo il breve racconto, La casa di Asterione.
Il minotauro non il feroce mostro di cui si parla sempre. Egli è il mostro all'interno di ogni uomo, che cerca le verità, la propria identità e il suo fine esistenziale

"Ogni nove anni, nove uomini entrano in questa casa perché io li liberi da ogni male", afferma Asterione. Lui assume una sorta di ruolo di "Salvatore" dall'eterno vagare nel labirinto, la sua casa. E la casa ha molteplici significati. Essa è la sede della Verità, alla quale si accede per vie irrazionali, labirintiche.
Dürrenmatt e il labirinto di specchi

Del 1985 è il racconto di Friedrich Durrenmatt, Il minotauro, una ballata.
L'autore rinchiude il minotauro in un labirinto di infiniti specchi e infinite riproduzioni di sé stesso, che lo costringono a credere di non essere il solo mostro lì dentro. L'unico essere reale che incontrerà sarà solo Teseo, portatore di morte.
Il protagonista è inconsapevole della sua bestialità, sospeso in un non-luogo dai tratti onirici., rappresenta la tragicità dell'esperienza esistenziale umana. 




venerdì 16 dicembre 2016

Nasce la via, nasce il sogno

A chiunque sia capitato qui per caso, a chiunque abbia cercato volontariamente un blog letterario e sia arrivato qui, io dico "Benvenuti".

Oggi nasce "Il Minotauro Scrittore", un blog che vuole parlare di libri, letteratura, romanzi, poesia, arte in generale e tanti altri argomenti. 
Oggi nasce la via, che in un Labirinto non è mai solo una, così come nella vita.
Oggi nasce un sogno, il mio sogno di poter parlare di un nobile argomento, la letteratura. E se la letteratura parla di vita, allora parlerò di vita.



Il mio nome è Facundo, un nome di origine argentina la cui etimologia è incerta. Incerto come un Minotauro nel suo labirinto.